Indagine Nazionale sugli Operatori SPSAL

INAIL pubblica un interessante report “dedicato all’indagine che ha coinvolto gli operatori degli SPSAL. Il progetto, nel contesto delle novità introdotte dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., ha avuto come obiettivo principale quello di evidenziare e rilevare le criticità tecnico-operative, i bisogni formativi, le difficoltà applicative della normativa vigente, le disomogeneità operative sul territorio al fine di contribuire a: 1) favorire la consapevolezza del proprio ruolo (standard di riferimento); 2) garantire omogeneità di azioni sul territorio nazionale; 3) ottimizzare la formazione teorica e pratica; 4) fornire elementi utili per la progettazione di piani di formazione in grado di favorire/supportare il cambiamento; 5) aumentare la percezione delle problematiche di altri operatori della prevenzione e 6) completare il sistema di monitoraggio sulle attività di prevenzione rafforzando il concetto di qualità del servizio. ”
“Per tale ragione, l’indagine si è basata su un campione di operatori dei Servizi, rappresentativo dell’intera realtà nazionale e stratificato sulla base di variabili socio-demografiche e occupazionali. L’analisi dei risultati qui presentata contribuirà alla identificazione di bisogni e criticità per il miglioramento dell’azione preventiva nei luoghi di lavoro, anche in considerazione dei rischi emergenti, dei cambiamenti del mondo del lavoro e del nuovo contesto normativo, nonché alla verifica del grado di consapevolezza sull’applicazione del sistema di tutela della SSL sul territorio nazionale e all’impatto concreto che il nuovo sistema prevenzionale ha sulle figure della prevenzione, anche nell’ottica del miglioramento continuo.”
E’ interessante notare che le tipologie di attività svolte più frequentemente da parte degli intervistati risultano:
Attività di vigilanza 81,3%
Attività di prevenzione 51,2%
Formazione 17,8%
Il 21% degli intervistati si confronta sulla qualità della sorveglianza sanitaria e ben il 70% su quella relativa alla valutazione dei rischi.
I settori per i quali viene programmata l’attività di prevenzione sono:
Costruzioni 56%
Agricoltura, silvicolture e pesca 50.4%
Sanità 25.8 %
Industria del legno 23.5%
Trasporto e magazzinaggio 23.3%
Chimico 22.7%
Fabbricazione prodotti in metallo 22.4 %
Metallurgia 17.5%
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